
Capitolo 1
Piacere care lettrici,
Voglio parlarvi di streghe. Perché? mi direte voi. Perché abbiamo bisogno di credere ancora in qualcosa.
Vedete, qualche mese fa ho iniziato a divorare libri sulla figura femminile nel Medioevo, alla ricerca di un inizio, un perché e quando tutta la società che conosciamo ora ha avuto inizio.
Quando l’uomo ha iniziato ad avere una posizione privilegiata rispetto alla donna? Quando l’Europa è diventata cristiana? Quando abbiamo deciso che il materiale è più importante dell’invisibile? Ma soprattutto perché? Come mai la nostra società è giunta a queste conclusioni, sfociando nel capitalismo e nel crollo della sacralità, del rito, delle favole amorali e dell’inconscio collettivo?
Se vorrete seguirmi in questa rassegna, fatta di voli pindarici, giornate in biblioteca e catarsi in vasca da bagno, vi invito a farvi una cioccolata calda con chiodi di garofano e cannella, entrare sotto una coperta calda su una superficie morbida e allacciare le cinture di sicurezza. Spero che dopo ogni articolo venga anche a voi una voglia irrefrenabile di cercare ogni fonte visiva o scritta che risponda a una di queste domande. Se arriva una luce dal cielo ad illuminarvi con una risposta, fatemi un colpo di telefono.

Io sono Milena, mia madre figlia di emigrati nord europei è nata in Argentina. Ha vissuto tutta la sua vita in Cile fino al colpo di stato. Dopo qualche anno, per sua fortuna, è riuscita ad emigrare. Io mi sono sempre considerata culturalmente latino-americana, cresciuta in spagnolo, con parientes dall’altro lato del mondo. Non ero completamente italiana per i miei amici di qua e non ero abbastanza cilena per i miei amici di là. Mia nonna ha studiato la cultura precolombiana, integrandola nei suoi arazzi e diventando una delle prime donne a portare l’arte tessile nelle mostre e gallerie.
Ultimamente però, con i miei capelli biondi, occhi chiari e pelle bianca, mi sono sentita un po’ un‘impostora. Ho la cultura spirituale e matrilineare latina, ma geneticamente non ho nulla di nativo americano. Mi sono messa in dubbio, mi sono chiesta se io stessa non fossi il risultato di un appropriazione culturale. Mi sono interrogata se fosse la mia cultura latinoamericana a suggerirmi che, entrando una selva, il mio corpo finalmente respirerà; se al vedere il colore verde, i miei occhi si libereranno; se le mie mani alla luna piena mi accarezzeranno e la mia voce canterà cantilene nate dal fondo dell’anima. Ma nel sangue mio, completamente europeo, cosa ho? È possibile forse, che quello che noi adesso come occidentali andiamo a ricercare nel continente latinoamericano o asiatico, in verità ce lo avevamo proprio sotto il naso?

Ebbene sì lettrici. La storia conferma. L’Europa preistorica, ma anche quella del Basso Medioevo, si distingueva per quelli che ora vengono chiamati sciamani, i culti al chiaro di luna, le erbe medicina, gli indigeni europei marginalizzati, e tanti ma tanti popoli che non rientravano nei canoni della società che ci hanno insegnato a scuola. Eretici, ribelli, streghe, tarantolati, cannibali, pagani, divinità in carne ed ossa, fate ed elfi, banditi e guerriere. Questa è l’Europa che cerchiamo di dimenticare, che tutti noi abbiamo nel sangue, che lascia un segno, nonostante gli anni di illuminismo e cristianesimo l’abbiano cercato di sotterrare. Sono questi gli antenati che ci portano a dire: “vado in Amazzonia a trovare me stessa”.
La verità è che ci manca quella foresta, quella selva oscura che caratterizzava l’Europa, perché i nostri antenati, se erano nati in un posto tra la Pianura Padana e il nord della Germania, erano gente di foresta.
Una foresta si estendeva per tutto il centro e est Europa, incolta, indomabile, spaventosa e magica, che proprio come l’Amazzonia, nascondeva i suoi nativi, gli emarginati o eremiti che scappavano dall’impero, o semplicemente, culture indigene che andavano avanti dalla preistoria indisturbate nel loro habitat.

Le missioni cristiane, l’impero romano e i vari regimi posteriori hanno lentamente ed inesorabilmente tagliato piano piano questo bosco ancestrale, spaventati dal potere inconscio che aveva sulle popolazioni e facendo fuori progressivamente chiunque non si adattasse alla direzione che stava prendendo lo stato.
Quindi, ricapitolando, in questa rassegna potrete leggere di popoli presi da isterie collettive, di biografie femminili fuori dalla norma, di favole di un’Europa passata, di fatti storici e teorie dell’una di notte, di consigli e soprattutto tante ma tante domande, a cui scenderemo sempre più nel dettaglio per cercare delle risposte.
Voglio lasciarvi con un compito fino a che non mi leggerete la prossima volta. Cercate di sentirli, quando andate in piazza Vetra, quando camminate per gli Appennini, o se girate per la Sardegna. Provate a sentire il popolo che ha accompagnato questi luoghi ora comuni che vengono caricati di energie ancestrali. Cercateli e riappropriatevi del vostro sacro, del vostro intimo e spargete la voce! Dobbiamo tornare a sognare, dobbiamo tornare a sentirci parte di qualcosa di più grande, diamo spazio al collettivo e cerchiamo la nostra congrega.
A presto,
Un abbraccio verde,
Milena Inge Grigolo
Post scriptum
Questo mese se volete inoltrarvi nel magico mondo delle vostre antenate, vi consiglio di iniziare col leggere Il Dio delle Streghe di Margaret A. Murray, un’ottima lettura scritta da una delle prime donne ad ottenere una cattedra di insegnamento all’università di Londra.
Per quanto riguarda il consiglio di ascolto, Dom La Nena con il suo album Ramages riprende con il suo violoncello e la sua voce canti popolari da tutti il mondo, con bellissime melodie che non potrete far a meno di canticchiare.
Mentre un ottimo film per addentrarsi nel mondo femminile contemporaneo e comprendere meglio queste streghe dei secoli passati, è Witches di Elizabeth Sankey (lo trovate su Mubi).
Accompagnate da questi consigli vi auguro un bellissimo inizio di primavera!
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